Il Quadrato Della Vendetta by Pieter Aspe

Il Quadrato Della Vendetta by Pieter Aspe

autore:Pieter Aspe
La lingua: ita
Format: azw3
Tags: Fiction, General, Mystery & Detective
ISBN: 9788850226375
editore: TEA
pubblicato: 2012-02-14T23:00:00+00:00


11

A Van In venne un colpo, il venerdì mattina alle otto meno un quarto, quando Hannelore lo chiamò. Ebbe la fortuna di trovarlo già sveglio.

«Pronto Pieter, sono io. Mica ti ho svegliato?». Sembrava avesse grandi rivelazioni da fargli. «Non posso dirti di più al telefono, ma ieri qualcuno mi ha dato una dritta importante. Mi ci butto. Ci vediamo stasera».

«Che intendi dire?», tentò d'informarsi Van In.

«Scusami, Pieter, ma devo sbrigare questa faccenda da sola. Fidati di me. Ciao».

«Bella questa», mugolò lui quando lei interruppe la comunicazione. Semmai avrei dovuto essere io a fare una cosa simile, si disse. Non era la prima volta che veniva scaricato. Immerso nei suoi pensieri, tirò fuori una Duvel dal frigorifero e si sistemò in giardino sulla sua sedia a sdraio. L'erba era bagnata e fredda, ma si rifiutò di mettersi le pantofole. Le supposizioni più strane gli si affacciarono alla mente.

Si stava facendo manipolare da un magistrato assetato di riconoscimenti? C'era davvero un complotto? E se c'era, non era una spiegazione tirata per i capelli? E perché il vecchio Degroof aveva così paura di un'indagine? Cosa aveva da nascondere? Se avesse semplicemente lasciato che l'inchiesta facesse il suo corso, ora nessuno avrebbe prestato tanta attenzione alla rapina. Forse le due cose erano collegate? Degroof si aspettava altre vendette?

Tre Duvel e un centinaio di interrogativi dopo, Van In iniziò a sonnecchiare sulla sua sedia. Il sole lo scaldava come un neonato: sognò una storia alla Robin Hood. Era Frate Tuck e stava aspettando i suoi compagni sulla riva di un ruscello, rinfrescato dalla compagnia di un barilotto di vino.

* * *

Hannelore sorseggiava un Campari soda. Di fronte a lei era seduta una giovane donna che girava il suo caffè con movimenti meccanici. Aveva un viso appuntito d'altri tempi, e i capelli tinti con l'henné erano stretti in uno chignon. Era abbronzatissima, e sotto il minuscolo vestitino da spiaggia non indossava il reggiseno. Non era granché bella, ma così svestita che non si poteva fare a meno di notarla.

«Nessuno va d'accordo con mio padre», stava dicendo con voce piatta. «Tiranneggia tutti. Per questo sono andata via di casa. Mia madre non ha più una vita con quell'uomo. Lo odio, mio padre».

Posò il cucchiaino su un tovagliolo e bevve il caffè con rapidi sorsi. Hannelore sorrise, senza interromperla.

«Non c'è da meravigliarsi se mia sorella si è ritirata in convento. Ha dovuto incassarne parecchie. Charlotte sì, che è sempre stata fortunata. Siccome era brava a scuola, mia madre l'ha messa in collegio. Poi, quando è andata a studiare a Lovanio, tornava a casa al massimo tre o quattro volte l'anno. Altrimenti avrebbe cercato di approfittare anche di lei».

«Vuoi dire che tuo padre importunava Benedicte?».

Nathalie raddrizzò la testa. Aveva uno sguardo gelido, pieno d'odio. «La voleva violentare».

«E ci è riuscito?».

«Lei giura di no. Aurelie la proteggeva».

«Allora Aurelie?».

Nathalie abbassò il capo. La mano le tremava quasi avesse tenuto stretto un martello pneumatico.

«Entrava nella sua stanza tre volte a settimana. Era il prezzo che ha dovuto pagare per Charlotte».

«E l'ha messa incinta?».



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